Il Palazzo Apostolico

Nel 1700 il palazzo ducale di Pesaro era noto come Palazzo Apostolico, in quanto residenza dei legati pontifici.

Il palazzo fu sede della Accademia Pesarese che era nata nel 1730 a  palazzo Olivieri e per volere di questi, di Passeri e di Lazzarini: “ questo titolo di Accademia pesarese nel tempo stesso che ci lasciava il diritto di trattare qualunque materia ci fosse tornato più in grado ci additava però non oscuramente che le nostre applicazioni essere dovevano principalmente alle cose patrie”.

Il passo è tratto da un discorso accademico del 1767 di Annibale degli abbati Olivieri che promosse la Fondazione dell'istituzione pesarese assieme a Giambattista Passeri (a cui si deve la stesura degli statuti) e a Gian Andrea Lazzarini che tradusse in immagini il progetto accademico con la realizzazione sia della galleria degli uomini e delle donne illustri pesaresi dove sono raffigurati i ritratti di numerosi personaggi esemplari pesaresi o naturalizzati tali sia della sala dei Marmi in cui è rappresentato il ciclo della Fondazione della città.

E’ tuttora possibile ammirare i due ambienti a palazzo Olivieri Machirelli un tempo abitazione privata dello stesso Olivieri oggi sede del Conservatorio Rossini.

Della Accademia pesarese parla Teofilo Betti, già bibliotecario dell’Oliveriana, in un quaderno manoscritto conservato presso la Biblioteca Oliveriana. In esso vengono riportati gli statuti (sec. XIX)

Membri dell’Accademia furono  anche Giulio Perticari e Francesco Cassi.

Dal Libro di memorie, in Archivio di Stato, ricordo dei festeggiamenti per la porpora cardinalizia del cardinal Lante: “Relazione di quanto è occorso in occasione di prendere la beretta cardinalizia l’em.o e r.mo signor cardinal Lante”, 1743

I festeggiamenti iniziano mercoledì 2 ottobre 1743 per culminare con la domenica successiva, quando, in serata, si ha una festa di gala a Palazzo apostolico alla presenza della più svariata nobiltà, e la riunione dell’Accademia nel solito salone. Descrizione del banchetto sontuoso.

“La sera ritornate l’Eminenze loro in corte vennero seguitate da tutta la nobiltà che vestita in gran gala riempie subito il grande nobilissimo appartamento tutto splendidamente illuminato e poco dopo tutti si trasferirono nella sala maggiore dove raunatasi secondo il solito la nostra Accademia pesarese ne fece l’apertura un vaghissimo concerto di vari strumenti. Indi fu recitato dal s.r conte Santinelli un eloquente ragionamento in lode dell’eminenza sua ed in appresso s’udi altro replicato concerto con cantata, dopo il quale furono recitati da 30 componimenti poetici con cui si diè fine alla funzione. Dalla sala dell’Accademia si tornò nel detto appartamento  per dar tempo a terminare l’imbadire le tavole il che fatto si passò al salone, ridotto ad una ben vaga e ricca galleria, essendo tutto addobbato da capo a piè benché d’una smisurata grandezza …” Al centro della sala è allestito un tavolo lunghissimo con dolci e canditi, al centro una scultura di zucchero rappresentante una rocca rovinata… Inizia il sontuoso banchetto. Pare che i convitati fossero mille…!

Il Palazzo ducale dopo la devoluzione attraversò un periodo di sempre crescente decadenza, culminato con l’arrivo dei francesi, quando il 1798, nella narrazione del Bonamini la municipalità di Pesaro trasferì dogana guardia e posta dal palazzo municipale al palazzo apostolico. Il 18  luglio di quello stesso anno si diedero alle fiamme i ritratti dei legati pontifici.

Pochi sanno che all’interno del Palazzo apostolico si conservava anche l’archivio dei legati, quello che oggi è confluito in Archivio di Stato. Nel secolo XIX l’Archivio aveva ricevuto il nome di Archivio metaurense in quanto era conservato in questo stesso salone e il pesarese Giuliano Vanzolini ne curò il primo ordinamento.

L’archivio storico metaurense era  un complesso comprendente le carte amministrative relative al governo del territorio di Pesaro dal XV secolo fino all’Unità d’Italia. Nel 1870 l'Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino fece avviare un intervento di riordinamento di questo archivio, allora costituito da circa undicimila unità degli anni 1426-1860, affidando l'incarico allo storico pesarese Giuliano Vanzolini, il quale, utilizzando un titolario del 1819, classificò tutta la documentazione, la sistemò in base a questa classifica, alterandone l'ordine originario, e poi la descrisse in un inventario in due volumi del 1875, oggi non più valido come strumento di consultazione delle carte. 

Bibliografia: 

A. Marchetti, Le antiche accademie a Pesaro, in Pesaro città e contà 23/2006 e bibliografia ivi citata 

A. Brancati, Nota sull’Accademia Pesarese, 1984 

I taccuini ritrovati. Giannandrea Lazzarini e il Settecento pesarese

M. Luchetti, Il palazzo ducale di Pesaro